martedì 28 maggio 2013

Girovagando tra vicoli e pensieri

                   


Una giornata di sole, finalmente. Un lunedì qualunque.
Un giro per Roma alla scoperta di uno dei miei quartieri preferiti.

Se c'è una cosa che mi manca dei miei luoghi d'origine è la vicinanza con Venezia. E' Venezia.
L'ho frequentata per dieci anni tra scuola e università, ci ho vissuto due anni condividendo una stanza con tre amiche pur di respirarne appieno l'atmosfera.
Le calli, gli odori, la vita di strada, i panni stesi, le voci che si sentono da un balcone all'altro.
Venezia è una zingara, una selvaggia. Ti rapisce, ti imbroglia, ti ubriaca nel suo labirinto.
E ti tiene li, a viverne l'essenza.

Roma invece è una signora, maestosa, elegante, avvolgente. Ti offre le sue piazze, la sua imponenza, la sua storia. Magari con un po' di superiorità. Ma appena le dai un po' più di confidenza, ti apre i suoi angoli più segreti, i suoi vicoli, gli angoli, gli scorci. Ti apre il suo cuore come te lo apre la sua gente.
Ed è bello scoprirne il lato popolare, fatto di cielo azzurro e pizza bianca, di momenti semplici e persone vere.


                   

Fichi d'india e sentirsi al sud.



                   

La saracinesca abbassata di un negozio di alimentari in pieno giorno. Mi sa di ritmi tranquilli, di siesta, di estate.


                    

Er nasone.

giovedì 23 maggio 2013

E' sempre l'ora di viaggiare

Siamo stati a Londra per il compleanno di papà.

Primo viaggio in aereo per il lui piccolo. Primo viaggio da genitori per noi.

Ero un po' agitata, devo dire la verità, ma alla fine è andata.

Ho capito cosa significa stare dall'altra parte, ovvero nei panni di quei mostri che portano bambini urlanti sull'aereo, che potrebbero stare a casa loro e invece decidono di viaggiare con prole al seguito...che gente!

Fortunatamente gli altri passeggeri non ci hanno odiato più di tanto, anche se già ai controlli di sicurezza immaginavo il fumetto sulle loro teste "che palle speriamo che questi non siano con noi".
Abbiamo addirittura trovato chi ha chiesto di sedersi sul sedile accanto ai nostri.
E solo in quel momento ho realizzato che, effettivamente, non era ancora libero perché ci avevo appoggiato la borsa.

Viaggiare con un neonato non è certo come viaggiare da soli.

Non esci la mattina dall'hotel sapendo che camminerai instancabilmente tutto il giorno e che deciderai momento per momento dove andare e cosa vedere.
Non sei libero di fermarti dove vuoi e quando vuoi.
Non puoi fermarti a farti una birretta, e poi una cena romantica, e poi un'altra birretta, e poi chissà.

Ci sono le pause allattamento, le pause pannolino (a conferma che i bagni del Mc Donalds sono sempre la soluzione migliore, ad ogni età e in ogni dove), i pianti che scoppiano proprio quando stavi entrando in quel negozietto che da fuori sembrava tanto carino, o quando ti portano al tavolo quella combinazione di hummus&cruditè che stavi tanto aspettando.

Ma devo dire che il piccolino è stato bravo. Chissà se si sia reso conto di essere in un posto nuovo e lontano da casa.

Io di sicuro ho approfittato per godermi tutto ciò che mi mancava dello stare all'estero:

- colazione da Starbucks + vetrina con vista che fa tanto Fabio Volo;

- cucine da tutto il mondo quali parte integrante della vita quotidiana, lontani da slogan tipo "più polenta meno cous cous" come é accaduto qui da noi;

- massaggio cinese accompagnato da dialogo in lingua con la massaggiatrice (mi sono accorta che succede solo in Italia che i cinesi fingano di non capirti quando parli la loro lingua);

- quell'aria di internazionalità che qui proprio non trovo, nonostante le ondate di turisti che ogni giorno visitano il Colosseo.

Qualche cosa di casa però questa volta mi è anche mancata:

- il cielo azzurro, come a fine maggio dovrebbe essere;

- il cornetto e il capuccino, quelli veri;

- la frutta e la verdura, quelle che si comprano con la buccia e ancora un po' sporche di terra, non in vasetto, già affettate, e tanto carinamente quanto malsanamente esposte nel banco frigo del supermercato.

E questa volta sono stata contenta di tornare, convinta come sempre che viaggiare sia la cosa più bella che si possa fare nella vita.









venerdì 17 maggio 2013

Un anno in più

Un anno fa, pizzeria nel cuore di Shanghai. La cameriera cinese si stupiva di un italiano che ordinava "pizza without mozzarella cheese".
Quest'anno, ristorante cinese nel cuore di Roma. Il cameriere dagli occhi a mandorla ci porta ER menù, parlando romano meglio di me.

Un anno fa, tra i rooftop di Shanghai, aspettavamo la mezzanotte a ritmo di vodka lemon, ignari della vita che di lì a poco sarebbe nata dentro di me.
Quest'anno saranno mancati il roof top, il vodka lemon, la serata pazzerella, ma a mezzanotte, quei due occhioni che si sono uniti al nostro cin cin, hanno fatto la differenza.

Buon compleanno papà.




E i biscotti della fortuna non potevano essere più azzeccati.


mercoledì 15 maggio 2013

Gelosia canaglia. Come e quando recidere il cordone ombelicale.

"Io non sono una persona gelosa". Questo è quello che pensavo di me stessa prima di diventare madre.

Ma da quando è nato il cuccioletto, mi sono scoperta non solo gelosa, ma forse anche un po' possessiva.

Se al supermercato la signora di turno si ferma e mi tira la fascia per guardare il bimbo che dorme appeso a me come un koala, per poi esplodere in un "Omammaquant'èbello!", sono orgogliosa.

Se i miei genitori se lo spupazzano e lo ricoprono di frasi sceme dai toni ancora più scemi, li lascio fare, anche perchè vivendo in due città diverse lo vedono talmente poco che già mi sento in colpa per questo.

Ma il problema è con tutte le altre persone che gli sono più vicine della signora del supermercato e che mi sono geneticamente più lontane rispetto ai miei genitori.

Ad esempio, suoceri e parentado di vario tipo. Ovviamente tutti stravedono per lui, è l'unico bambino arrivato in famiglia per ora. Gli fanno mille versetti, discorsetti e sorrisetti. Ci sta. Ma lo chiamano "amore mio"...e io penso che no, è l'amore MIO. Lui contraccambia con sorrisi di vario tipo. Ma come, sorridi così a tutti?! allora i sorrisi che fai a me non sono perchè lo sai che io sono la tua mamma?!
E pensieri di questo tipo che sono sbagliati lo so, ma proprio mi vengono spontanei.

Se i nostri amici iniziano a scherzare sulla sua futura vita amorosa, io faccio eco con un "no amore, solo la mamma tu vero?!".

Per non parlare di come vorrei controllare tutto ciò che gli viene detto e come gli viene detto (e che ovviamente lui ancora non capisce), della serie che se si discosta anche solo un po' dal mio modello educativo ideale mi innervosisco, vorrei mettere il filtro a tutto, e fargli arrivare solo quello che voglio io.

Mia madre mi ha saggiamente ricordato che "non è una mia proprietà, per quanto piccolo sia, è comunque un individuo a se stante". E' assolutissimamente vero. Avrei dato lo stesso consiglio a qualsiasi amica. Vivere in simbiosi, alla lunga, nuoce sia a madre che a figlio.

Credo che la colpa di questo mio atteggiamento sia dovuta al fatto che sono figlia unica, e non sono mai stata abituata a condividere niente con nessuno, un gioco, un vestito, l'amore dei miei genitori. Imparare a condividere le attenzioni di un figlio non è così immediato.

Ma mi chiedo: quando è che una madre, che passa 24 ore a completa disposizione del suo cucciolo, spesso in casa sola con lui, che allattandolo è per mesi la sua unica fonte di sostentamento, riesce a recidere il cordone ombelicale e a considerare il figlio un'identità separata da se?

Sono io ad essere particolarmente esagerata o è capitato anche a voi?





martedì 14 maggio 2013

Riflessioni di un week end in campagna

Per noi il week end si conta con +1 rispetto al week end tradizionale, nel senso che per noi i giorni di riposo sono la domenica e il lunedì.

Questo week end siamo stati nella casa in campagna di amici, a due passi dal mare. In realtà al mare non ci siamo stati molto, causa vento troppo forte per il cucciolo. Ma abbiamo fatto colazione in giardino, raccolto la frutta dagli alberi, preparato un fantastico barbeque con tante cose buone. Due fantastiche giornate immersi nella natura.

E mi sono trovata a riflettere.

Per me che in campagna ci sono nata e vissuta per oltre 20 anni, la frutta dagli alberi e le grigliate all'aperto erano all'ordine del giorno, e nemmeno ci davo importanza. Anzi, quei posti mi sono sempre stati stretti, avrei sempre preferito vivere tra gli stimoli e le opportunità che offrono le grandi città.

E ora invece mi ritrovo nella parte di quella che "il week end in campagna per fuggire dal caos di Roma". Un po' mi viene da ridere.

Più che fuggire per me si tratta di ritrovare la vecchia me, quella prima di un figlio, di una convivenza, di tante esperienze all'estero. Quella adolescente o bambina che passava le giornate tra gli animali che i nonni allevavano. E mi rendo conto di quanto sia stata fortunata. Mi ritornano in mente le parole di mia madre che mi parlava di "quei bambini che devono aspettare che i genitori li accompagnino al parco per poter giocare all'aperto". Io che di quei bambini non ne conoscevo nemmeno uno, ora penso che probabilmente mio figlio sarà uno di loro.

Ma sono estremamente convinta di quanto sia importante vivere a contatto con la natura, di quanto faccia bene al corpo e allo spirito. E di come ciò contribuisca a trasmetterci valori e principi che ci accompagnano per tutta la vita.

E non voglio privare mio figlio di tutto questo. Al contrario, vorrei dargli la possibilità di giocare tra gli animali, nascondersi tra le spighe, lanciare un sasso nel fiume. Perchè sappia apprezzare la semplicità e ricercarla ad ogni fuga dal caos della vita.




venerdì 10 maggio 2013

Semplicemente Cina

Non posso non parlare di me senza parlare di Cina.
Per tutto quello che mi ha dato, che mi ha insegnato e che mi ha fatto vivere.
Quando mi sono iscritta a lingue orientali, ormai ben 9 anni fa, non avevo il minimo interesse per questo Paese, per me il cinese rappresentava semplicemente "la lingua del futuro" che mi avrebbe garantito un lavoro sicuro (ahahah, come no!).
La prima volta che ci ho messo piede, sono rimasta sconvolta, mi sembrava di aver studiato tutta un'altra lingua rispetto a quella parlata dagli autoctoni. Per non parlare di tutto il resto, del caos, della burocrazia, del traffico...avrei volentieri ripreso il primo aereo per tornare a casa!
Ed invece a poco a poco la Cina ha iniziato ad affascinarmi, con la sua cultura, la sua gente, i suoi paesaggi...ad ogni ritorno seguiva "il mal di Cina",  e l'Italia aveva sempre meno da offrire lavorativamente parlando, così ho deciso di tentar fortuna a Shanghai!
E li ho trascorso l'anno e mezzo più straordinario della mia vita, fatto di emozioni, colpi di scena, scoperte, vere e proprie avventure.
Ho lavorato con cinesi, per cinesi e contro cinesi;
ho avuto un training aziendale dentro una stanza frigorifera piena di cibo importato indossando vecchi cappotti dell'esercito cinese;
ho mangiato ogni sorta di cibo a cui ora non voglio neppure pensare, ma che so che se tornassi li ci ricascherei di nuovo perchè diciamocelo...era tutto terribilmente insano quanto terribilmente buono;
ho festeggiato l'anno del coniglio e poi l'anno del drago;
mi sono abbronzata al parco mentre attorno la gente si riparava dal sole con l'ombrello perché li più sei pallido più sei figo;
ho capito cosa significa sentirsi diversi, vivere in una società che considera le TUE abitudini quelle strane, dove sei tu lo straniero che "ruba il lavoro", perché l'avevano capito fin li che "Italia ora Berlusconi bu hao (non buono)";
ho provato la solitudine pur essendo circondata da persone da tutto il mondo, perchè a volte erano solamente le tre del mio paesello quelle di cui avevo bisogno;
ho incontrato la mia famiglia, e dentro o fuori dal pancione siamo tornati, tutti e tre.




mercoledì 8 maggio 2013

Auguri

A tutte coloro che ogni giorno è una nuova sfida e una nuova avventura.

Che vorrebbero guardarlo dormire, ma poi crollano accanto a lui.

Che quel primo pianto non lo scorderanno mai.

Che il mondo oltre il nido fa paura, ma spingono a volare.

Che nascondono ogni lacrima con un sorriso.

A lei che c'è sempre stata in ogni momento di questi 28 anni...ora capisco tutto.

E anche a me, quest'anno per la prima volta.

Auguri.






lunedì 6 maggio 2013

Le mille piccole cose

Dormire mi piace. Tanto. Ma ci sono mattine come questa in cui mi sveglio sperando sia già ora di alzarsi, anche se è presto e fuori piove. E non vedo l'ora di uscire dal letto, con la voglia di fare mille piccole cose. Godermi il mio piccolino e la mia vita da mamma.
Molte amiche mi chiedono spesso: "ma cosa fai tutto il giorno da sola con il bambino?". E ogni volta non so cosa rispondere.
Sorvolando sulla solita staffetta "latte-pannolino-canzoncine sceme-pulizie-pianto che interrompe qualsiasi cosa stia facendo", la nostra giornata assieme è fatta di tanti momenti, che non saprei raccontare, o che sembrerebbero noiosi a chi è immerso in ritmi quotidiani decisamente più frenetici. Ma sono proprio questi momenti a cui ora non saprei rinunciare, e che mi mancano quando qualcosa di diverso si inserisce nella nostra tranquilla routine. Io che la routine l'ho sempre odiata, ora mi alzo con la voglia di ripeterla di nuovo!

Buongiorno ;-)

venerdì 3 maggio 2013

Questione di prospettive

E' incredibile come riescano a cambiarti le prospettive una notte di sonno abbastanza riuscita e qualche capriccio in meno. Della serie che oggi il cucciolo ha imparato a stare tranquillo sul passeggino lasciandomi il tempo di lavare due piatti e fare una lavatrice. E' altrettanto incredibile come mi ritrovi a rallegrarmi per la possibilità di fare una lavatrice. Fino ad un anno fa avrei al massimo gioito per aver tempo di andare dall'estetista ;-).
Sta di fatto che oggi bastano queste due semplici cose e la complicità di una giornata di primavera per essere felice. E preparo una cena esotica al mio lui più grande mentre sorrido al mio lui più piccolo, meravigliandomi come ogni volta di quanto bello sia guardarlo dormire...