venerdì 28 marzo 2014

Ci sono persone che lasciano il segno

Ieri sera, mentre perdevo la mia solita mezz'ora in bagno tra creme e cremine, mi è venuta in mente la mia responsabile di Shanghai, o come la chiamavo io, la mia Capa.

La mia Capa, G., è la classica donna in carriera: magra magrissima, un po' per grazia ricevuta e un po' per le mille pause pranzo saltate e passate in ufficio; esaurita, perchè lavora a qualsiasi ora del giorno, alla faccia dei fusi orari (e di chi non si rende conto che, se magari in Italia la giornata lavorativa è appena iniziata e il giro quotidiano su FB è appena finito, dall'altra parte del mondo c'è chi sta spegnendo il pc e se ne sta andando bello bello a vedersi i fatti suoi...ma niente, proprio prima dell'ultimo clic, parte una chat infinita su skype (che di solito inizia con "una domanda al volo")); stronza, almeno il necessario perchè i cinesi non facciano solo finta di lavorare (sfatiano il mito dei cinesi stacanovisti, please), e quanto basta per farsi rispettare nel mondo del lavoro, in quanto donna, soprattutto.
Al di fuori dall'ufficio, però, G. è quello che a Roma definirebbero "un tajo".

A lei, diciamo, devo tanto.

Con lei ho fatto il colloquio quando, nel tunnel del post laurea, cercavo almeno uno stage che mi portasse via dalla palude padana pianura padana, nella quale non volevo infognarmi. C'erano lei e un altro tizio, dall'altra parte della web cam, per un colloquio via skype...l'altro tizio aveva scelto un'altra, lei me (almeno così mi disse poi), e così partii alla volta di Shanghai.

E dopo lo stage, fu lei a dirmi che non mi avrebbero dato il lavoro, perchè "ci serve una figura maschile che possa affrontare situazioni lavorative con i cinesi", tipo il karaoke e le cene a gomito alzato (perchè per i cinesi, no grappa, no affari).

E quella volta in cui, uscita dalla Cina per andare ad Hong Kong, non potevo più rientrare perchè avevo sbagliato le carte per il visto, c'era lei, sempre via skype, a dirmi come fare.

Un giorno, poi, dopo mesi che non ci vedevamo, avevamo fissato un aperitivo per raccontarcela un po'. Avevo tante belle novità, un nuovo amore, un lavoro che mi piaceva, avevo cambiato casa e tutto era perfetto. Invece no, appena è arrivata ho esordito con "E' il giorno più brutto da quando sono a Shanghai": la notte prima lui era dovuto partire all'improvviso, e non sapevamo neanche se ci saremmo mai rivisti. Lei ha sorvolato, ha ordinato un doppio giro di frozen margarita, e solo davanti al terzo mi ha detto "dai raccontami"...lasciandomi sfogare come neanche un'amica avrebbe fatto, senza compatirmi, dicendomi solo "vedrai che questo vi unirà ancora di più"...e guardando nostro figlio, penso che aveva ragione.

Poi lei, davanti ad una bottiglia di prosecco, mi ha detto che no, la figura maschile che avevano scelto alla fine non era andata bene, e mi ha offerto il mio primo vero lavoro (alla luce dei fatti, anche l'ultimo, per ora).

Un giorno, le raccontavo di qualche screzio con la casa nuova e i casini con la coinquilina, e si limitò a commentare "secondo me tra un po' vai a convivere con A."...due mesi dopo, io e A., firmavamo il nostro primo contratto di affitto assieme.

Il meglio è venuto nell'ultimo periodo in cui sono stata a Shanghai. Ero stanca della Cina e non sapevo come dirle che volevo tornare in Italia e quindi lasciare il lavoro. Dopo un po' di prove davanti allo specchio (non è vero^^!), a maggio le ho comunicato la mia decisione, dicendole che avrei lasciato passare l'estate, le avrei fatto fare le vacanze tranquilla e me ne sarei andata ad ottobre. Perfetto, mi disse lei.

Una settimana dopo, sono di nuovo disperata nel suo ufficio a dirle che A. deve andarsene da Shanghai entro due settimane, che non me la sento di restare da sola cinque mesi, e che quindi mi sarei limitata a dare i 30 giorni previsti dal contratto e poi l'avrei raggiunto a New York. "Questo mi fa incazzare, ma non ti posso legare alla sedia", è stata la sua risposta.

Due settimane dopo,  per un mal di pancia, mi consiglia di andare a fare una visita alla clinica. Da lì, la chiamo dicendole che sono incinta. La sua risposta? "Guarda che adesso non puoi più bere alcolici". (Risposta entrata nella top list assieme a quella della mia amica/compagna di avventure "Allora non dobbiamo più fare la preparazione al detox day, vado a mangiarmi subito un paninazzo").

Ovviamente, sono partita per l'Italia nel giro di pochi giorni.

L'ultima volta, ci siamo salutate davanti ad un aperitivo. Io bevevo acqua.

"Guai a te se un giorno mi dirai che vuoi tornare in Cina, mi hai fatto perdere dieci anni di vita".

Cara G., se girovagando su internet becchi questo post, sappi che sei una grande, e che si, ti voglio bene.






martedì 25 marzo 2014

Le cose che vorrei



Quando giro di blog in blog, mi soffermo sempre su quelli di persone che, per un motivo o per l'altro, considero affini a me. E leggendo, riscopro aspetti di me che sono sepolti dalla routine quotidiana, o da pensieri che al momento hanno la priorità. E ogni volta penso, ecco, questo lo vorrei fare!
Solo che mi rendo conto che le cose che vorrei fare sono talmente tanti che non so come incastrarle.

Ecco tutto ciò che vorrei fare:

Vorrei viaggiare, tanto, come prima, più di prima...vorrei esplorare il mondo come mi ero promessa di fare, magari non proprio zaino in spalla come ho fatto in passato, ma di sicuro all'avventura, immergendomi in luoghi nuovi, anche sperduti, in tradizioni che non conosco, in culture nuove, vicine e lontane che siano.

Vorrei mangiare bene, sano, dedicarmi alla buona cucina, alla scoperta degli ingredienti, vorrei mangiare meno carne, più verdura, e introdurla nel menù quotidiano di TUTTA la famiglia...si anche nel tuo amore Grande che stai leggendo!

Vorrei essere ecologista, fare la raccolta differenziata al cento per cento, inquinare meno e produrre meno rifiuti.

Vorrei leggere, tanto, di tutto. Trovare il tempo per farlo, passare ancora le ore in libreria, perdermi tra gli scaffali di libri e alla fine acquistarne almeno tre, di generi diversi. Più un classico in lingua originale.

Vorrei essere più in ordine. Vorrei farmi la pulizia del viso, eliminare le occhiaie (e annesse notti insonni, grazie!), farmi la ceretta, avere le unghie sempre in ordine e senza lo smalto scheggiato.

Vorrei costruirmi una bella carriera, non tanto per arricchire il portafoglio (per me è già tanto essere uscita dal tunnel degli stage gratuiti), ma per essere soddisfatta di me stessa.

Ovviamente, in primis, vorrei essere una buona mamma. Non una mamma perfetta, perchè le mamme perfette non esistono e quelle credono di esistere sono noiose. Ma una mamma che riempie di amore e coccole le  giornate di suo figlio, che fa con lui cose belle e stimolanti, che lo fa essere un bambino felice, un bambino normale e felice.

E di pari passo, vorrei essere una brava compagna. Ancora simpatica e divertente, pazza e passionale nonostante le responsabilità e le paranoie da mamma, che non attacca brighe e non (te) le fa attaccare. Che (ti) faccia pensare ogni giorno di essere la (tua) donna perfetta.

Forse è tutto fattibile, o forse non basta una vita per tutti questi vorrei...ma nel frattempo, impegnarsi a realizzarli, è già un bel modo per viversela, la vita.

venerdì 21 marzo 2014

Primavera e buoni propositi


Oggi è il primo giorno di primavera.
L'ho scoperto in un secondo momento a dir la verità, casualmente (o forse no) mi ero già svegliata contenta e piena di buoni propositi. I classici buoni propositi di ogni mio nuovo inizio mentale. 
Io e Lui ci siamo promessi di non litigare più. Quindi, stando ai suddetti propositi, non litigheremo più perché lui vuole guardare guarda la tv appena si siede sul divano, mentre io vorrei parlare. O chiacchierare. O discutere. Dialogare. Confrontarci. Su cosa? Argomento a piacere. Non litigheremo piu' perché lui non conosce il Mantegna e io non so indicare l'Orsa maggiore. O perché lui mangia da MacDonald's e io preparo insalate e zuppe. Probabilmente, litigheremo lo stesso perché lui aggiunge troppo olio e io cucino "sciapo".
Pulcino ha ormai più di un anno, e da due notti non cerca più la tetta. Chissà, forse per la primavera smetterò di essere una Mammucca.
Da lunedì sono anche mentalmente a dieta...non è possibile che negli ultimi due mesi sia ingrassata in proporzione di più che in gravidanza. Oggi volevo comprare le batterie per la bilancia, ma non le ho trovate non le ho cercate; nel frattempo, dato lo scampato pericolo, ho pranzato al MacDonald...ho infranto l'ultimo dei buoni propositi in nome del primo ;).
Ah, vorrei anche leggere un libro in inglese. Consigli?
Oggi è il primo giorno di primavera, c'è un sole bellissimo e fa pure calduccio...da domani si prevedono pioggia e abbassamento delle temperature. Ma i buoni propositi sono i miei, non della primavera.


martedì 18 marzo 2014

Di confronti, di luoghi, di umori

I confronti non si fanno. Te lo insegnano fin da piccola. O almeno a me l'hanno insegnato, mia madre mi ha dato (ha cercato di darmi) un'educazione piuttosto rigida. Anyway, io li faccio sempre. Soprattutto con il passato. Che è sempre migliore del presente, anche quando, nel fu presente, mi faceva schifo (e anche mi fa schifo non si dice).
Tutto questo perché siamo stati su dai miei questo week end. E ogni volta che salgo e poi riscendo, scattano le domande nella mia testa, riguardo a dove voglia effettivamente vivere (teniamo presente che io vaglio sempre l'opzione "tutte le destinazioni").

Vediamo i motivi per vivere al nord:

- la mia famiglia: anche se ho sempre cercato di essere indipendente e di prendere strade che mi portassero lontano dalle mie origini, da quando sono mamma e ho una famiglia tutta mia, sento più che mai il bisogno di stare ben salda alle mie radici...altrimenti mi manca l'equilibrio.
- le amiche, quelle poche e vere: ho sempre cercato di conoscere più gente possibile, più strana e diversa possibile, ma a quasi 30 anni ho finalmente capito che le amicizie vere sono quelle con cui puoi essere sempre te stessa, con cui non serve parlare troppo perché ti capisci con uno sguardo.
- la mentalità un po' più aperta: ho sempre considerato il Veneto l'area più bigotta della Terra, ma invece ora percepisco sprazzi di apertura mentale che ogni volta sono una boccata d'ossigeno. Soprattuto in quanto donna. Roma sarà anche caput mundi, ma per certi versi e' un po' paese del Sud. Al nord, ad esempio, la parola "ex fidanzato" e' contemplata nel dizionario maschile. Qui, sembra che ti devi dimenticare di avere un passato. 
- L'ordine e la disciplina: ahah, li ho sempre odiati...ma quando ti rendi conto che fanno funzionare le cose, li rimpiangi.
- La possibilità di guidare senza tirar fuori le armi da guerra...ma li è colpa mia che mi sono lasciata intimorire dalla guida dei romani.

I motivi per cui invece si sta meglio a Roma sono:
- il clima: qui il cielo e' effettivamente azzurro per almeno 300 giorni l'anno. E quando i miei indossano ancora il secondo maglione davanti la stufa a legna, io passeggio con i sandali godendomi il primo sole
- il cibo: tra pizze scrocchiarelle, pizze al taglio, forni, pasticcerie e gelati, e' impossibile non tornare a casa col sorriso (che scompare quando sali sulla bilancia, ma per ora do ancora la colpa alla gravidanza se la panzetta non è andata via del tutto)
-la solarità della gente: a Roma puoi attaccare bottone con tutti, tutti ti parlano e ti dicono qualcosa (specie se giri con figlio di un anno che indica chiunque)...stai a vedere però cosa poi ne trai da tutta questa solarità superficiale...questo lo vedrò!
- il centro: la passeggiata in centro con e' una vasca per mostrare l'ultimo capo firmato (che nel mio caso potrebbe benissimo essere by Lin Xiu, del negozio cinese sotto casa!), ma una passeggiata a "cazzi tuoi", come ti pare e piace.
- le possibilità di lavoro: di sicuro sono un po' più carine rispetto a quello che avrei trovato su (o almeno mi ci voglio convincere)
- il fervore culturale: cinema, teatri, mostre, eventi...che per ora con bimbo piccolo e fidanzato stacanovista che la sera crolla, non mi posso godere...ma spero verrà il giorno in cui...

Detto questo, sono punto e a capo...razionalizzare fa bene, ma alla fine e' sempre la pancia che decide...e per ora intratteniamola con la pizza senza lasciarla pensare troppo! 

domenica 9 marzo 2014

Scelta di vita


Ultimamente ho sentito più persone parlare di "scelta di vita".
Mi sono ritrovata a pensare se io l'abbia mai fatta, una scelta di vita.
Io che ci impiego ogni volta mezz'ora a scegliere i gusti del gelato, come faccio a fare "la scelta" di vita?! Cioè una, l'unica scelta, che determinerà tutta la mia vita?

Ci sono troppe vite che vorrei vivere, troppe me a cui vorrei dar sfogo..Un giorno vorrei essere una giramondo senza radici e fissa dimora, il giorno dopo vorrei la tranquillità di una vita fatta di routine e piccole cose, per poi a seguire la donna in carriera, l'artista tra le nuvole... diciamo che se dovessi fare delle scelte ponderate riguardo alla vita che vorrei vivere, dovrei chiamare a raccolta tutti i 44 gatti in fila per sei col resto di due, ognuno con le proprie sette vite (o erano nove?!).

Le scelte quelle grandi, importanti, quelle che danno la svolta agli eventi, le ho sempre fatte istintivamente, rendendomi conto solo dopo dell'effettiva importanza che avevano. Forse perchè scegliere fa paura, e se mi fermassi a pensare non mi lancerei mai.

Credo che più che scegliere la vita, lascio che la vita segua le mie scelte.

Ho scelto di studiare cinese senza rifletterci troppo. Era la lingua del momento dicevano, e mi andava.
Poi in Cina ho conosciuto il mio Lui, e la vita ha preso un'altra piega.
Ho scelto che volevo diventare madre e creare un nido tutto nostro, ma nell'immaginario collettivo dei miei neuroni mi vedevo a fare la mamma figa-in un posto figo-facendo cose fighe (leggi tra le righe, avevo già un biglietto per New York per raggiungere lui, e il mio planning era di fare la mamma tra corsi di yoga e centrifughe "to go" in giro per Manhattan). Cara lei!

Bene, a smontare la mia unica scelta di vita ponderata che avessi mai fatto, ci ha pensato subito la ginecologa, che mi ha proibito di prendere un altro aereo prima dei tre mesi; a seguire, il tempo e la voglia di fare yoga se ne sono andati dopo le prime notte insonni, e la bontà delle centrifughe era stata intaccata dalla fobia toxoplasmosi...alè!

Quindi, tornando al punto di partenza, beato chi riesce a fare una scelta di vita e a portarla avanti senza lasciare che la vita stessa scelga di cambiarsi da sola!