sabato 20 settembre 2014

Grande Mela per Piccoli Nani

mammadeinchina



Durante la prima settimana di settembre, ci siamo regalati un viaggio a New York.
Nonostante alcuni amici mi abbiano rimproverato di non aver deciso di lasciare il piccolo con i nonni in nome di un viaggio a due, per noi era categorico che il nostro primo grande viaggio di famiglia dovesse essere a tre…altrimenti che famiglia è!
Sognavamo da tempo di ripetere quel viaggio che per noi, all'epoca semplici fidanzati, aveva significato molto. Sapevamo che ci saremmo ritornati, ma non avevamo nessun progetto concreto. Magari possibilmente prima che il piccolo compisse due anni, in modo da risparmiare sui biglietti aerei.
E così, complice una domenica di agosto in cui tutti erano già in ferie tranne noi, ci siamo ritrovati a cercare voli e hotel su internet. E, nel giro di una settimana, ad attivarci per fare il passaporto a nostro figlio e prenotare tutto.
Avevo sentito parlare del sito airbnb come molto utile e soprattutto affidabile per prendere in affitto appartamenti, interi o condivisi; ma a dire la verità, per le nostre esigenze, abbiamo ritenuto più comodo e più economico prenotare un hotel.
Non nego di aver lasciato fare a tutto a Lui. Nonostante la voglia di tornare nella Grande Mela fosse enorme, non ero più quella di prima. L'idea di affrontare il tutto "da mamma", mi terrorizzava. Mi sentivo un'egoista che trascinava il proprio cucciolo in un viaggio oltreoceano per il proprio piacere. Che lo portava in una metropoli caotica anziché fare la mamma saggia che a settembre porta i figli al mare a respirare l'aria buona.
Ho passato una settimana di paranoie, ho stressato chiunque alla ricerca di conferme che non arrivavano, ho portato Lui allo sfinimento, lasciandomi poi trascinare, convincendomi a chiudere occhi e valigia...e partire.
E non potevo fare cosa migliore!
I bambini sentono quando i propri genitori sono felici, e si lasciano subito contagiare dallo stato d'animo che li circonda. Sono sicura che buona parte della buona riuscita del viaggio sia dovuta al nostro entusiasmo alle stelle, che abbiamo trasmesso a nostro figlio molto più di quanto sarebbe stato possibile durante una noiosa settimana ad Ostia con i suoceri nonni (non era il piano B, è semplicemente il mio prototipo di vacanza da evitare).


Probabilmente è inevitabile che, con un bambino piccolo, ci siano aspetti del viaggio che possono preoccupare, ma se affrontati uno per volta, ci si renderà conto che è tutto più semplice del previsto.

1) l'aereo: sicuramente un volo lungo può spaventare. Noi non eravamo molto preoccupati riguardo alla durata del viaggio perché nostro figlio, dopo pranzo, dorme in media quattro ore. E dovendo partire a mezzogiorno, ci sentivamo molto tranquilli. Si è infatti addormentato durante il decollo, svegliandosi però dopo sole due ore…e mantenendosi iper attivo per le successive sei ore.
Tuttavia, è sufficiente portarsi qualche gioco, qualche biscotto, stringere amicizia con le altre mamme presenti in aereo (e ovviamente relativi figli piccoli), e si hanno stratagemmi sufficienti per ingannare il tempo. Qualche problema in più l'abbiamo avuto al ritorno, volo prevalentemente notturno, in cui il piccolo ha avuto difficoltà ad addormentarsi…ma alla fine il sonno ha preso il sopravvento e siamo riusciti a dormire tutti: lui, noi, e i nostri vicini!

2) il cibo: io, riguardo l'alimentazione di mio figlio, sono davvero fissata (del resto lo sono anche sulla mia). Sempre alimenti freschi, poco o per niente conditi, verdure tassativamente presenti in ogni pasto e continua varietà di proteine. Tuttavia, sono anche del parere che una settimana di omogeneizzati non possa fare nulla di male se durante tutto l'anno si segue una dieta sana ed equilibrata. Quindi mi sono sbizzarrita con ogni tipo di omogeneizzato (rivalutando molto la Plasmon per questo qui), e per sette giorni il piccolo ha pranzato "da pic nic", senza schifare nulla.
Inoltre, una delle cose belle di New York, è che il salutismo, magari anche solo per moda, è veramente un trend molto seguito. Quindi non c'è angolo in cui non si trovino bar o furgoncini di street food che preparano frullati e centrifughe al momento. E' sufficiente portare sempre il biberon con se, ed ecco che si può integrare la dieta da vacanza con ottimi spuntini salutari.
Per quando riguarda l'alimentazione di noi grandi, a New York c'è da sbizzarrirsi, provando ogni tipo di cucina. Il nostro posto preferito in assoluto, e che si è dimostrato tale anche questa volta, è sicuramente l'Hummus Place. Noi siamo affezionati a quello di Saint Mark's, nell'East Village, ma vi sono anche altri due locali, sempre a Manhattan. Cucina vegana, con vari tipi di hummus e non solo!
Per chi piace la cucina cinese (mano alzata per noi!), ottimo posto è Joe's Shanghai, a China Town, ovviamente. Unica accortezza: arrivare li almeno mezz'ora prima perché c'è sempre una fila lunghissima. Il servizio per fortuna è molto veloce, e i loro xiaolongbao (dumpling) meritano davvero tanto!






3) fuso orario: è proprio vero che i bambini si adattano molto prima di noi! Preciso che il volo all'andata prevedeva uno scalo a Philadelphia. Sorvolando sulla disavventura della coincidenza persa nonostante avessimo già imbarcato i nostri bagagli (negli USA vanno ritirati ad ogni scalo, non c'è l'imbarco automatico), che sono arrivati a destinazione qualche ora prima di noi, fortunatamente nostro figlio si è addormentato prima di salire sul secondo volo, e si è svegliato beato sul letto dell'hotel newyorkese. Sorvolo anche sul fatto che al suo risveglio fossero solo le 3.30 locali, ma mi consolo nuovamente pensando che ci siamo goduti appieno la giornata, addirittura prima dell'alba, salutando i buttafuori dei locali notturni che chiudevano e dando il buongiorno alle prime persone che alle 6 già entravano in palestra!



4) cosa fare: prima di partire ho letto un po' di forum e secondo molti commenti l'unica prospettiva era che "i vostri bambini si faranno lunghe dormite sul passeggino". Ecco, a me questo sarebbe dispiaciuto alquanto. Ci tenevo che il viaggio fosse un momento anche per nostro figlio, non solo per noi. Effettivamente le lunghe dormite ci sono state sicuramente, e hanno fatto bene sia a lui che a noi, ma ci sono stati anche molti momenti vissuti assieme.
Innanzitutto, i marciapiedi sono molto ampi  e - ad eccezione delle aree più turistiche - nemmeno troppo caotici. Quindi, a differenza di quanto faccio a Roma, ho potuto molto spesso lasciarlo scendere dal passeggino e farlo passeggiare liberamente accanto a noi. Ovviamente per lui tutto era ancora più meraviglioso di quanto già lo fosse per noi, e ogni cane, tombino, gradino, erano un motivo per stupirsi e fare una sosta. Ancora più bella, era la reazione dei passanti, che si fermavano di continuo a guardare questo gnappetto italiano gongolare tra le strade del West Village.
Altra cosa meravigliosa che in Italia ce la sognamo sono i parchi gioco per bambini. Tutti fatti benissimo, degnamente recintati, addirittura con giochi ad acqua, dove i bimbi possono giocare #liberidibagnarsi, sotto gli occhi di mamme tranquille e munite di ricambio. E poi, ospiti speciali, gli scoiattoli! Quando mai a Roma li abbiamo visti!!! Diciamo che i tipici "ao, 'ndo vai che te meno" del parco sotto casa, non mi sono di certo mancati!



E poi c'è sempre Central Park, che è una garanzia! E questa volta siamo riusciti a farci anche un giro a Brooklyn. In particolare, la domenica mattina, avremmo dovuto visitare il mercato delle pulci a Williambsburg, ma proprio quella settimana era sostituito da un evento di beneficenza. Poco male, ci siamo goduti un bel panorama lungo il fiume con vista su Manhattan!










Ci sono sicuramente molte altre cose che si possono fare con i bambini, di sicuro musei per piccoli di ogni tipo. Ma è un mio limite, quando viaggio, se non in rare occasioni proprio imprendibili, non ce la faccio a chiudermi all'interno di un edificio…vivo per strada, cammino e respiro il mondo nuovo che mi sta attorno, odori, sapori, scorci, persone, questo è quello che cerco, di cui ho bisogno, di cui mi nutro in ogni viaggio! Per cui, perdonatemi la mancanza.

5) hotel: è risaputo, quando si viaggia con bambini occorre avere qualche accortezza in più. Ma io, che sono l'animo fricchettone della famiglia, non mi arrendo al dover diventare "una comodina". Sono dell'idea di voler insegnare a mio figlio che il bello del viaggio è imparare ad adattarsi, a persone, luoghi e culture. E anche ai posti in cui dormire. Però. Forse l'hotel cinese in China Town dove eravamo stati la volta scorsa non era davvero il caso di prenotarlo. Di sicuro era il più economico anche stavolta, ma i capelli sul letto, a mio figlio proprio no. Anche se per sicurezza avevo portato le lenzuola da casa. E il materasso che scricchiola appena uno muove una gamba no. E nemmeno una piazza e mezza in tre per una settimana. E neanche l'aria condizionata a palla, ovviamente centralizzata, e gli starnuti cronici ogni mattina. Quindi, dopo due giorni in cui abbiamo evitato di pensarci, abbiamo capito che non potevamo continuare a stare li. Così, ogni mattina, su booking, controllavamo l'offerta last minute, prenotavamo, e lasciando i bagagli nella stanza cinese che tanto nessuno sarebbe venuto a pulire, di giorno in giorno ci spostavamo con l'essenziale per la giornata e per la notte successiva. Abbiamo cambiato hotel di continuo, ovviamente mai vicini uno all'altro, scoprendo così nuove strade, nuove prospettive e regalandoci ogni giorno una vacanza diversa…in hotel di tutto rispetto e a prezzi davvero convenienti! (sempre che di conveniente si possa parlare, quando si tratta di New York!). Ci siamo promessi di ricordarci questa tecnica per un prossimo futuro viaggio low cost.




6) lingua: per mio figlio, non mi preoccupavo certamente del problema linguistico, e nemmeno immaginavo che una settimana fosse utile per introdurli l'inglese (anche se lo insegno ai bimbi per lavoro, con lui sono ancora pigra). Quindi, quando al secondo giorno ha ripetuto un mio "bye bye", siamo rimasti entrambi sbalorditi. E ci siamo chiesti cosa imparerebbe se decidessimo di trascorrere li uno o due mesi. Ovviamente era un'ipotesi campata per aria. Ovviamente a noi non piacerebbe. Ovviamente.

I giorni invece sono volati, e siamo rientrati di nuovo in madre patria.
Raramente sono triste alla fine di un viaggio; di solito, la voglia di tornare a casa e far germogliare i semi che ogni nuova esperienza regala, è talmente forte da soppiantare ogni tristezza. Ma non è il caso di New York. Lei non basta mai, te ne vai sempre sentendo che avrebbe ancora tanto da darti, che ci sono ancora tanti semi da raccogliere, che a casa l'atmosfera non è quella giusta per farli germogliare. Perché solo li è così. Quell'atmosfera, altrove, si perde. E la mia è una vera e propria dichiarazione d'amore.




sabato 13 settembre 2014

A volte ritornano. (Sottotitolo: l'essenziale è invisibile agli occhi.)

Sono scomparsa dal blog, come ogni tanto faccio.
Sparire dai social mi rigenera.
Poi torno. Piano piano.
Nel frattempo c'è stata una bella estate.
Ci sono stati tanti viaggi. C'è stata tanta famiglia. Ci siamo stati tanto noi tre. Soprattutto nell'ultimo viaggio.
C'è stata casa dei miei, solo io e il mio piccolo. Poi il Salento, prima volta per noi . Una breve pausa tra le montagne del Cilento, prima di tornare a Roma. C'è stato un altro breve soggiorno dai nonni, mentre papà era al lavoro. E poi il viaggio per eccellenza, la città del nostro cuore che non delude mai, New York. La Grande Mela, stupenda come sempre. Com'è stupendo perdersi tra le strade del West Village, tra i locali dell'East Village, respirare l'atmosfera indescrivibile che solo li sentiamo.
Questa volta eravamo diversi dalla nostra prima volta assieme. Questa volta siamo stati mamma e papà, siamo stati in tre, siamo stati una famiglia.
New York sa essere splendida anche con i bambini. Sa stupire doppiamente quando si guardano i grattacieli con il naso all'insù, perché con lui sembrano ancora più alti. Sa regalare piacevoli pause nei parchi giochi con scoiattoli e giochi ad acqua. E i tombini che fumano fanno sorridere, se ti senti dire "mama, cotta" ("mamma, scotta") da due occhioni sgranati e una manina che indica verso di loro.
E i newyorkesi, veri o adottivi che siano, regalano sempre un sorriso, un "so cute!", o un "hallo, how are you?!" che ti mettono di buon umore, ancora di più, se un di più può essere possibile.
Siamo tornati carichi, con occhi e cuore ancora sognanti.

E a chi mi segue, e soprattutto a chi seguo, sappiate che anche nella mia assenza, vi ho pensate!

giovedì 12 giugno 2014

Album di famiglia


Come ogni nuovo arrivato, è lui, ora, al centro dell'obbiettivo dei più grandi.




Tutti i suoi primi passi, li potete seguire sulla pagina facebook "Il Capellaio". Tra l'altro, è anche l'unico in famiglia ad avere una pagina Facebook tutta sua.

Che dite, se lo merita un "mi piace" di incoraggiamento?! ;)





giovedì 22 maggio 2014

Ecco a voi "Il Capellaio"

Siamo fatti così. A noi le cose fatte con calma non piacciono proprio.

Da ciovani un po' scapestrati, impegnati a rincorrerci per il mondo, ci siamo ritrovati genitori con fissa dimora con un tempismo da record. Giusto i tempi tecnici della gestante, che sarei io. Anticipati anche quelli con un cesareo di urgenza alla 38 settimana.

E così, con la razionalità che ci contraddistingue, dopo due mesi di puri salti mortali, ieri abbiamo dato finalmente il via ufficiale al nostro negozio di parrucchiere.

Martedì mattina ho chiesto a mia suocera se stava "un attimo" con il piccolo in modo che potessi collaborare alla sistemazione finale. Alle 23, mia suocera perdeva di credibilità davanti al nipote ripetendo ormai da ore "mamma arriva presto". Siamo rientrati a mezzanotte, distrutti e senza cena, ma con questa fotografia.



"Il Capellaio", così abbiamo chiamato il nostro secondo figlio, era finalmente pronto!

Ieri abbiamo aperto ufficialmente, per il momento non c'è stata ancora nessuna inaugurazione, ma siamo operativi!

Se vi capita di passare in zona Prati, passateci a trovare! Facciamo anche un buonissimo caffè!


Siamo in via Giuseppe Palumbo, 22!
Info e appuntamenti: 06-97840347

domenica 11 maggio 2014

A tutte le mamme

Anche se non amo le feste comandate, mi ritrovo a scrivere dal telefono in velocità per fare gli auguri a tutte le mamme.
A quelle che seguo costantemente, e a quelle che leggo ogni tanto.
A quelle che passano di qui, più o meno spesso. O semplicemente per caso.
Mi da forza sapere che esiste una rete così forte con cui condividere questo stato meraviglioso chiamato maternità. L'essere mamma e l'essere donna.
Auguri. E grazie. 

lunedì 5 maggio 2014

Un (altro) nuovo inizio, il nuovo inizio

Aprile è stato un mese impegnato. Divertente, e impegnato.
Un mese in cui io e Lui ci siamo sentiti uniti, ancora di più. Uniti in una nuova avventura.
Abbiamo iniziato a dare vita ad un progetto. Il suo progetto, a dire il vero. Ma che piano piano è diventato anche il mio, proprio perchè l'ho sentito da subito "nostro".

Lui è bravo, è un artista. Secondo me, ovvio. Ma non solo.
Io sono di parte, certo. Io che sono stata conquistata dalla magia che sa mettere in un quello che, ai miei occhi, era sempre stato un semplice mestiere pratico. Dalla passione che trasmette quando ha tra le mani un paio di forbici e una testa di capelli. Io che ho sempre chiuso gli occhi lasciandogli carta bianca, come ho fatto nella vita, del resto ;).

Vabbè, chiudiamo la parentesi mielosa, che troppo zucchero fa male!

Era da un bel po' che questa idea girava nell'aria, fino a che ha iniziato a sembrare sempre più tangibile, fino a diventare concreta.
Un posto tutto suo, tutto nostro.
In un mese abbiamo stravolto, di nuovo, la nostra quotidianità.
Un licenziamento da un posto sicuro, a tempo indeterminato.
La scelta della zona, la ricerca di un locale da prendere in affitto.
La creazione di un gruppo lavori fabbro-elettricista-imbianchino-idraulico.
La scelta dell'arredamento, che abbiamo fatto quasi si trattasse di una nostra seconda casa. Secondo il nostro stile, riadattato a salone da parrucchiere.
La scelta del nome, che ha richiesto più tempo di quello di nostro figlio. Il suo, Nicola, era già scritto, non è servito pensarci.
Il logo, i gadget. Per i quali ringrazio un amico, uno di quelli che credevo di aver perso di vista, ma che ha saputo esserci appena ho alzato il telefono.
Le feste, i ponti, che mai come in questo periodo sono stati fastidiosi e intralcianti. Ma che per fortuna ci hanno costretto a staccare la spina, a goderci anche il resto.

Ed ora è quasi tutto pronto. Tra una settimana (o al massimo due) si parte.
La zona mi piace, è lontana da casa, ma è tanto carina. In una via alberata che sbuca su un parco giochi per bambini, così anche lui piccolo è contento di seguire mamma e papà. E vicino tanti bar, di quelli belli dove ti siedi al sole con cappuccino e cornetto, mentre la città si sveglia. (In realtà, mi è bastato il primo scontrino per capire che è meglio fermarsi al bancone!) E in cui puoi ordinare tante centrifughe, che io adoro. Per me è l'occasione per godermi la Roma che sognavo da turista, la vita del centro, un po' romana e un po' internazionale. Come piace a me.

Lui si potrà godere la libertà dell'artista in uno spazio tutto suo. Io ci sarò (con tutto il mio entusiasmo), un po' più dietro le quinte, dividendomi come al solito tra le mille cose che inizio, e che non possono mai essere soltanto una, altrimenti mi annoio.

Sono curiosa di vedere cosa accadrà, come andrà questa avventura. Forse dovrei avere paura, ma non ne ho nemmeno un po'. E' un salto nel buio, ma come al solito in questi casi, l'adrenalina è più forte di tutto il resto. E sono ottimista!



venerdì 18 aprile 2014

La forma di un pensiero

"(...) per vivere pienamente bisogna essere in continuo movimento: solo così ogni giorno può essere diverso dall'altro. Passando per le città, i nomadi pensavano: "Sono davvero poveri quelli che vivono qui: per loro è tutto uguale." Probabilmente, "i cittadini" guardavano i nomadi e pensavano: "Povera gente, non riesce ad avere un posto dove vivere." I nomadi non avevano passato, ma soltanto presente, perciò erano sempre felici (...)" - Paulo Coehlo, Lo Zahir.