venerdì 25 ottobre 2013

Asocialità da social network

Da circa un anno e mezzo, cioè poco dopo il mio rientro in Italia, ovvero nei primi mesi di gravidanza, mi sono cancellata da fb, e diciamo, ho preso le distanze dal mondo dei social network (lo so, poi ho iniziato a scrivere un blog, ma è un'altra cosa).
I motivi sono più di uno:
- non mi andava di rendere così social un momento intimo e personale quale è la gravidanza, e a maggior ragione, ora che è nato il pupo, non mi va che la sua faccina giri su internet...sono un po' malfidente purtroppo, e non voglio "strumentalizzare" la sua faccetta per avere un "mi piace" dall'amico impiccione di turno (minchia come sono polemica!)
- stava diventando una dipendenza, e avevo bisogno di disintossicarmi
- mi innervosiva vedere come la gente usasse fb per creare agli occhi degli altri una vita diversa da quella reale, come a dimostrare che per loro è tutto perfetto, quando sapevo benissimo, in certi casi, che si trattava di fiction immaginarie create ad hoc per imbrogliare forse perfino se stessi. Soprattutto mi rodeva che improvvisamente, tutte fossero li a dimostrare quanto fosse libera e spensierata la vita da "non mamma", fatta di lavori interessanti e super busy, uscite divertenti con le amiche improvvisamente super affiatate, serate e nottate strabilianti. Per me che guardavo il tutto dal divano di casa dei suoceri perchè una casa ancora non ce l'avevamo, con pancione in crescita, fastidi vari, zero amicizie e zero lavoro in una città nuova, non era proprio bellissimo. Continuavo a ripetermi che la nuova vita me la ero scelta, che all'altra ci avevo rinunciato, almeno momentaneamente, perchè non era così appagante come poteva sembrare dall'esterno, ma non ero così convincente con me stessa.

Cosi, mettici anche un fidanzato "un po'" gelosetto, che aveva colto di buonissimo grado, nonchè poi fomentato, la mia avversione ai social network, ho smesso di usare fb.

Devo dire che la cosa non è affatto male: molto meno tempo perso navigando tra i fatti altrui, selezione naturale delle amicizie, presto divise tra chi si ricorda anche che hai un numero di cellulare (in alcuni casi anche di casa!), e chi invece, una volta persa la possibilità di sapere dove vivi, con chi sei, che fai, se sei ingrassata, se la tua vita è figa oppure da sfigata, si dimentica della tua esistenza.

Quindi tutto di guadagnato, sembrerebbe.


Ma l'altro giorno, complice una frase di Vanity Fair, ragionavo sul fatto che ormai non ci incontra più al bar ma su fb. E da qui le seghe mentali.
Io che ero la prima a chiamare le amiche per vedersi al bar, sempre super sociale, da buona figlia unica che a casa si annoiava, non perdevo occasione per sentire chi avesse voglia di uscire, e precipitarmi fuori all'urlo materno di "questa casa non è un albergo"...dicevo, io che sono sempre stata una persona molto molto socievole, ora mi ritrovo ad aver perso un sacco di contatti con persone che magari hanno avuto ruoli importanti nel mio passato, neppure troppo lontano.
Certo, se ci fosse importato un po' di più rispettivamente, avremmo fatto qualche tentativo per sentirci in maniera differente, ma è anche vero che oggi abbiamo tutti (amiche e amici), vite molto diverse, con orari diversi, molte amiche vivono all'estero, alcune a 6 o 7 ore di fuso orario, quindi non sempre è così comodo telefonarsi. E non sempre si ha il tempo di scrivere una mail, specie quando le cose da raccontare si sommano per settimane.

Parlavo ieri sera con un collega di Lui, che ora, in una società così impegnata e appunto, dipendente da internet e social network, è cambiato anche il modo di informarsi su come stanno le altre persone. Molto spesso, nei cinque minuti di tranquillità durante il lavoro, piuttosto che scrivere un sms o chiamare per chiedere "come stai?", è molto più immediato entrare nel profilo fb della persona a cui si pensa, e informarsi su di lei guardando le sue foto, facendo magari capire la propria presenza con un semplice e veloce "mi piace".

E' triste che si sia arrivati a questo punto, ma dato che dubito ormai si possa tornare indietro, mi chiedo se, l'assenza dai social network, possa essere in realtà una saggia decisione in nome di rapporti umani più caldi e ravvicinati, oppure un nuovo modo di risultare asociali. In questo ultimo caso, lungi da me volerlo essere. Ma che fare quindi?!

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